Oltre al 5G, alle reti e agli smartphone di nuova generazione, USA e Cina se le danno di santa ragione anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale. La IA è una di quelle tecnologie che dovrebbero presto rivoluzionare il mondo, e gli Stati Uniti non vogliono condividere benefici e oneri con i competitor asiatici.
La nuova guerra fredda tecnologica fra Washington e Pechino coinvolge anche la IA, e la prima “vittima” di questo nuovo stato del mondo è la partecipazione di Baidu a The Partnership on AI (PAI). L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere la collaborazione globale per affrontare le sfide poste dagli algoritmi intelligenti. Uno sforzo a cui il colosso del Web cinese aveva collaborato a partire dal 2018.
Il “Google cinese” ha ora reso nota la volontà di uscire dal progetto PAI, una decisione apparentemente connessa agli alti costi della partecipazione e a una “pressione finanziaria” crescente. Baidu è un colosso che, nell’anno 2019, ha incamerato ricavi per 15,4 miliardi di dollari. Quindi è altamente improbabile che i pochi milioni necessari a far parte di PAI rappresentino il vero motivo del contendere.
In effetti, come dimostrano le parole del Chief Technology Officer USA Michael Kratsios, gli Stati Uniti (principale guida della partnership di PAI) lavorano allo sviluppo di una IA affidabile che non favorisca l’uso da parte di regimi autoritari. Le società tecnologiche cinesi come Baidu sono invece pesantemente implicate nell’abuso dei diritti umani, ha spiegato ancora Kratsios, quindi non condividono la stessa visione dei membri principali di PAI.
Kratsios fa riferimento alla persecuzione di Pechino contro la minoranza etnica degli uiguri, una vicenda che ha visto l’uso esteso di tecnologie avanzate come riconoscimento facciale e IA e il coinvolgimento diretto di Baidu. Gli Stati Uniti, da questo punto di vista, sono invece sempre innocenti.
Il crescente conflitto tecnologico tra USA e Cina viene criticato dagli esperti. Allontanare o forzare l’allontanamento di Pechino da iniziative di collaborazione globale come PAI non porterà l’effetto sperato sull’uso etico della IA. Piuttosto, i regimi dittatoriali come quelli cinese incrementeranno ancora l’uso repressivo degli algoritmi intelligenti.