TikTok è sempre più a rischio non solo negli Usa, ma anche nel resto del mondo. Mentre in Italia il Copasir ha avviato un’inchiesta, adesso c’è il rischio ban in Europa. A riferirlo, come vedremo in seguito, senza mezze misure, è il commissario europeo Thierry Breton. Nel corso di una video conferenza con il CEO Shou Zi Chew ha ribadito i termini che la società cinese deve rispettare. Questo per poter ancora restare attiva sul suolo europeo.
Proprio Thierry Breton ha voluto parlare di TikTok attraverso un post su Twitter e ha fatto sapere quella che è la linea guida che la Commissione intende rispettare:
“Con un pubblico più giovane servono maggiori responsabilità. In quanto piattaforma che raggiunge milioni di giovani europei, TikTok deve rispettare pienamente il diritto dell’UE, in particolare il DSA. Ho chiesto al CEO di TikTok Shou Zi Chew di dimostrare, il prima possibile, non solo gli sforzi ma anche i risultati”, si apprende dalla nota ufficiale.
With younger audiences comes greater responsibility.
— Thierry Breton (@ThierryBreton) January 19, 2023
As a platform reaching millions of young Europeans, #TikTok has to fully comply with EU law, notably the #DSA.
I asked TikTok CEO Shou Zi Chew to demonstrate, as soon as possible, not only efforts but results. pic.twitter.com/3B8yGaIQp2
Il messaggio del commissario quindi è piuttosto eloquente e preciso: da ora in poi servono i fatti, le promesse non bastano più. Semmai TikTok non dovesse rispettare questi termini, allora, il ban può essere una delle opzioni che si prenderanno in considerazione. Ma non solo al CEO hanno anche comunicato il termine per potersi adeguare a quanto stabilito dal Digital Services Act. La data prevista è settembre 2023. Ma leggiamo quanto si apprende:
Il DSA include sanzioni dissuasive incluso il ban all’interno dell’Unione Europea nel caso di ripetute gravi violazioni che mettono in pericolo la vita o la sicurezza delle persone.
TikTok ha dato però la sua parola e ribadisce di rispettare il DSA così come il GDPR e le varie norme sulla disinformazione. A oggi negli Stati Uniti la situazione è ancora piuttosto confusa. Sappiamo che il Senato ha votato per il ban sui dispositivi governativi, ci sono delle università che ne hanno limitato l’utilizzo e non solo. Anche la Camera dei Rappresentanti ha vietato ai membri e staff di disinstallare l’applicazione. Cosa succederà?