Buone notizie per TikTok. Il governo statunitense ha sospeso l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo firmato da Trump ad agosto. Alla mezzanotte del 12 novembre era previsto il ban del social network, ma il Dipartimento del Commercio ha cambiato idea all’ultimo momento. ByteDance può quindi continuare le trattative avviate per cedere le attività negli Stati Uniti, sperando che la proposta venga accolta sia dal governo statunitense che da quello cinese.
TikTok aveva depositato una petizione per chiedere più tempo all’amministrazione Trump, non avendo ricevuto nessun feedback dal CFIUS, l’ente governativo che valuta le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri negli Stati Uniti. L’azienda cinese non ha ottenuto la proroga di 30 giorni, come previsto dall’ordine esecutivo del 14 agosto, ma il Dipartimento del Commercio ha comunque sospeso la sua esecutività.
TikTok deve ringraziare un giudice della Pennsylvania che ha approvato l’ingiunzione preliminare depositata da tre star del social network: il comico Douglas Marland, il guru della moda Cosette Rinab e il musicista Alex Chambers. Il giudice ritiene che l’azione del governo rappresenti una “minaccia per lo scambio di materiali informativi“, quindi probabilmente eccede l’autorità concessa dall’International Emergency Economic Powers Act, la legge usata dall’amministrazione Trump per agire contro TikTok. Ovviamente il governo ha presentato appello.
In base alla proposta preliminare di settembre, ByteDance deve creare una nuova società (TikTok Global) con sede negli Stati Uniti e posseduta per il 20% da Oracle e Walmart. In realtà ci sono ancora dubbi sulla quota di maggioranza. Una successiva versione prevede invece la creazione di un’altra società interamente posseduta da Oracle, Walmart e gli attuali investitori statunitensi.
La situazione è ancora ingarbugliata. Manca l’accordo definitivo con l’amministrazione USA, oltre al via libera da parte del governo cinese. Senza considerare l’eventuale interessamento del nuovo inquilino della Casa Bianca.