TikTok non sta di certo vivendo un periodo facile. Negli Stati Uniti specialmente, dove il Senato ha votato per il ban del social sui dispositivi governativi e ancora si battaglia affinché sia totalmente eliminato.
L’Unione Europea ha messo TikTok sotto indagine per delle pratiche ancora poco chiare riguardo alla gestione dei dati che devono essere rispettati secondo il GDPR. Sebbene ora questi rischi siano ancora presunti e di concreto non ci sia nulla, oltre oceano hanno pensato bene di prendere dei provvedimenti per limitare dei precisi rischi.
Il timore è che la società madre di TikTok, ByteDance, possa passare al governo cinese delle informazioni sugli utenti occidentali. Così il South Dakota è stato il primo Stato americano a vietare l’uso dell’applicazione sui siti governativi. Da lì in poi ne sono seguiti altri 13. Adesso a prendere qualche provvedimento anche le Università. C’è da precisare che quella dell’Oklahoma e la Auburn University non hanno predisposto divieto vero e proprio e gli studenti possono ancora utilizzarla. Non sarà possibile farlo però mediante la rete Wi-Fi degli istituti in questione e tantomeno dai dispositivi che appartengono a loro.
In sintesi dunque se coloro che hanno TikTok vogliono utilizzarlo, di certo non potranno farlo grazie ai loro mezzi. Proprio l’Università dell’Oklahoma ha pensato bene di inviare una mail a tutti gli studenti e dipendenti. Qui viene giustificato il provvedimento dell’ordine esecutivo del governatore repubblicano, Kevin Stitt che è stato approvato a inizio dicembre.
Alla CNN Jamal Brown, rappresentante di TikTok, ha manifestato non poco scetticismo. Quest’ultimo ha rivelato che c’è grande delusione, poiché tanti Stati si stanno adeguando alle richieste politiche, che a detta sua non fanno nulla per progredire alla sicurezza informatica dei propri Stati e si basano su delle notizie infondate presenti sul social:
“(…) Siamo particolarmente dispiaciuti dalle conseguenze indesiderate di queste politiche affrettate che iniziano a influire sulla capacità delle università di condividere informazioni, reclutare studenti e costruire comunità attorno a squadre atletiche, gruppi di studenti, pubblicazioni del campus e altro”.
Dunque qualche problema TikTok a oggi sembra averlo, ma risponde con consapevolezza e fermezza. E tutto è partito da un presunto spionaggio ai danni di due giornalisti americani da parte di alcuni dipendenti della piattaforma. Da qui è poi partito tutto. Come si risolverà ora?