Nonostante la (temporanea?) fiammata nel numero di sistemi commercializzati causata dalla pandemia di COVID-19, il mercato dei PC odierno non è più quello di una volta. Toshiba, uno dei marchi storici del settore, ha deciso di farla finita una volta per tutte vendendo le quote residue di quello che un tempo era stato un business piuttosto importante per il gruppo.
Toshiba fu la prima, nel 1985, a commercializzare un PC in formato “portatile” con il modello T1100. La casa di Minato ha continuato a operare attivamente nel settore fino al 2018, quando cedette una quota maggioritaria (80,1%) del business PC a Sharp. Quest’ultima sfruttò l’occasione per rientrare nel settore per mezzo del nuovo marchio Dynabook.
L’accordo con Sharp prevedeva l’acquisizione, da parte di quest’ultima, di buona parte dei prodotti, le tecnologie, i brand e gli altri asset in precedenza a disposizione della divisione Client Solutions Group di Toshiba. La corporation di Tokyo sfruttò l’occasione per ristrutturare l’intero business, uscendo da un mercato in cui non riusciva più a competere e liberandosi (tra le altre cose) anche della divisione delle TV e quella dei chip NAND Flash.
Come parte dell’accordo con Sharp c’era l’opzione di cedere la restante quota del 19,9% di Dynabook all’azienda, un’opportunità che ora Toshiba ha deciso di cogliere per uscire definitivamente dal mercato PC. In questo modo Dynabook diviene sussidiaria al 100% di Sharp, organizzazione a sua volta controllata dal colosso cinese Foxconn per oltre il 60%. E’ la fine di un’era, in un mondo molto diverso rispetto a qualche decennio fa.