Ubisoft ha annunciato importanti cambiamenti in seno al management, una decisione scaturita dalle accuse e dalle polemiche delle ultime settimane. Il colosso francese dei videogiochi era a quanto pare gestito con una cultura aziendale “mafiosa”, in cui il sessismo, l’abuso e la scarsa condotta professionale erano consentite se non addirittura incoraggiate in alcuni casi.
La mossa annunciata da Yves Guillemot, CEO e co-fondatore di uno dei principali protagonisti del business videoludico mondiale, riguarda in particolare Yannis Mallat, Serge Hascoët e Cécile Cornet. Il primo è, o meglio era direttore degli studi canadesi di Ubisoft, il secondo era Chief Creative Officer e la terza era la responsabile globale delle risorse umane.
Le accuse principali riguardano Hascoët, apparentemente colpevole di comportamenti misogini e omofobici e persino responsabile di tentativi di somministrazione di droga ai dipendenti. Visto il suo ruolo apicale, Mallat è stato chiamato in causa in maniera indiretta come “responsabile” del comportamento dei colleghi. Per Cornet l’accusa è invece aver permesso a Hascoët e ad altri dipendenti Ubisoft di comportarsi in maniera a dir poco discutibile con i colleghi e le colleghe.
Mallat e Hascoët si sono dimessi, mentre Cornet ha perso il suo ruolo di responsabile HR globale ed è stata spostata in altra posizione. Stando a quanto dichiarato da Guillemot, il comportamento “tossico” emerso in queste settimane è inaccettabile e va contro i “valori” del colosso da lui fondato. La cultura aziendale dovrà cambiare in maniera significativa, sostiene il CEO.