Il vice-presidente americano Mike Pence striglia l’agenzia spaziale statunitense: gli USA dovranno riportare i loro astronauti sul suolo marziale entro il 2024, usando “ogni mezzo possibile”. E’ in gioco il prestigio americano ma anche la concorrenza con i cinesi.
NASA e i suoi partner commerciali dovranno portare i primi astronauti del ventunesimo secolo sul suolo lunare da qui a cinque anni, ha dichiarato il vice-presidente USA Mike Pence. Una dichiarazione di intenti che porta la firma di Donald Trump, sottolinea Pence, e che da lo sprone a un’impresa spaziale americana non particolarmente brillante nell’ultimo periodo.
Il secondo uomo più potente del mondo è intervenuto al National Space Council Meeting tenutosi a Huntsville, in Alabama, declinando l’ennesima variante della dottrina Trump in salsa spaziale: l’agenzia americana NASA dovrà impiegare razzi costruiti in America per trasportare astronauti americani sul suolo lunare (americano?). E questa volta per restarci in modo permanente.
Dopo il pensionamento dello storico programma STS (Space Transportation System) e della navetta Shuttle, NASA è da anni impegnata a sviluppare un nuovo programma di lancio e trasporto spaziale chiamato SLS (Space Launch System): a regime, il sistema SLS potrà contare sul più grande e potente razzo-vettore mai costruito e su una capsula, Orion, pensata per far arrivare astronauti in carne e ossa molto più lontano di quanto sia mai stato possibile con il programma Apollo.
Ma il progetto SLS+Orion ha subìto più di una battuta d’arresto e ha sforato più volte il budget – com’è d’altronde tradizione delle imprese spaziali statunitensi finanziate dai fondi pubblici. Pence se la prende in questo senso con i contractor attualmente impegnati con NASA per lo sviluppo del programma, colossi del calibro di Boeing che potrebbero anche essere accantonati per nuove commesse se non riusciranno a fornire all’agenzia statunitense quello di cui ha bisogno per il prossimo viaggio verso la Luna e oltre.
Grazie a SpaceX e ad altre piccole realtà sempre più aggressive e competitive, negli ultimi anni il settore spaziale privato americano si è sviluppato in maniera significativa – al punto che la suddetta SpaceX è ora in grado di formulare piani futuri ancora più ambiziosi e fantascientifici di quanto mai fatto da NASA in questi anni.
Gli USA, NASA e le space company private del paese devono oggi fare i conti con la concorrenza delle potenze emergenti (Cina in primis) ma anche con la “compiacenza” auto-assolutoria dei passati successi del programma Apollo, ha detto Pence. Occorre quindi darsi una mossa con la costruzione del già preventivato (da NASA) Gateway permanente in orbita intorno alla Luna, la realizzazione di moduli abitativi e i piani di esplorazione dei poli lunari con relativi depositi di acqua ghiacciata scoperti in questi anni. La tecnologia informatica farà certamente enormi passi avanti di conseguenza.