Fattore “g” di intelligenza generale, quoziente intellettivo e valutazione delle abilità cognitive di una persona. Il problema “uno e trino” che ha portato alla formulazione del test del QI ha origine all’inizio del diciannovesimo secolo, a opera di due psicologi francesi interessati a individuare gli alunni bisognosi di aiuto nello studio delle materie scolastiche.
Della storia delle origini del QI, dei test cognitivi necessari a calcolarlo e del modo in cui il QI è stato usato nel corso degli ultimi 100 e passa anni si è di recente occupato Stefan C. Dombrowski, che in una lezione per TED-Ed ha svelato i dettagli insoliti (e a tratti inquietanti o semplicemente orripilanti) della valutazione numerica dell’intelligenza di una persona.
Il video narrato da Dombrowski parte dall’inizio, ovvero da come Alfred Binet e Théodore Simon misero a punto il loro test cognitivo nel 1905, e poi procede nel corso dei decenni successivi. Dall’utilizzo originario, il test del QI è stato nel corso del tempo piegato a scopi ben diversi e non del tutto pertinenti alla sua effettiva utilità.
Negli USA hanno usato il test del QI per la selezione dei militari da mandare al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, mentre il regime nazista ha usato il QI come pretesto per ogni sorta di crimine contro l’umanità e contro il popolo ebraico. Ancora oggi, comunque, se preso per quello che è il test del QI rappresenta un valido indicatore del livello di intelligenza generale di un individuo.