La giustizia USA ha messo a segno un’importante operazione contro la diffusione e lo sfruttamento di materiale pedopornografico sulla darknet di Tor. Welcome To Video era il peso massimo del “business”, e i suoi gestori sono stati traditi dal presunto anonimato di Bitcoin.
Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) americano ha annunciato una nuova operazione contro la diffusione di materiale pedopornografico e l’abuso di minori sulla darknet di Tor, un’iniziativa che ha permesso di smantellare quello che viene definito come il più grande portale Web attivo nel “business” del pedoporno e ha portato all’arresto di centinaia di persone in tutto il mondo.
L’obiettivo dell’operazione era Welcome To Video, comunicano dal DoJ, sito Web specializzato nella distribuzione di video a sfondo pedopornografico che obbligava gli utenti a effettuare un pagamento in Bitcoin per partecipare al “circuito” distributivo. Il principale responsabile di Welcome To Video è stato identificato in Jong Woo Son, ventitreenne sudcoreano che a quanto pare ospitava il server nascosto del sito (.onion) su un PC installato nella sua camera da letto.
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Welcome To Video poteva vantare la disponibilità di oltre 250.000 video individuali, dicono le autorità USA, per un totale di più di 8 Terabyte di dati che, secondo le analisi fin qui effettuate, includevano scene e sequenze fin qui del tutto inedite. Il sito poteva ospitare almeno un milione di utenti, mentre nell’operazione del DoJ sono stati identificati – oltre al già citato Jong Woo Son – dozzine di persone coinvolte nella gestione del sito e 337 utenti registrati residenti negli USA e in altre 11 nazioni in tutto il mondo (Italia esclusa).
Diversamente dal passato, questa volta i gestori di Welcome To Video non sono stati traditi da una falla nel browser Tor ma dalla loro eccessiva fiducia nei pagamenti “anonimi” di Bitcoin: gli investigatori hanno semplicemente seguito le tracce delle transazioni in BTC per scovare e arrestare i criminali, fatto che evidenzia ancora una volta come Bitcoin, diversamente dall’opinione comune, sia tutto fuorché “anonimo” e utile a nascondere la propria identità on-line.
Oltre agli arresti in giro per il mondo e alla chiusura del sito, l’operazione contro Welcome To Video ha infine permesso agli investigatori di identificare e liberare 23 minori residenti negli Stati Uniti, in Spagna e nel Regno Unito, piccole vittime prigioniere e regolarmente abusate dagli “utenti” del sito nascosto nella darknet.