La dichiarazione di WhatsApp sul virus
“L’attacco sembra essere da parte di un’azienda privata conosciuta per lavorare con i governi, ai quali vende spyware che lavorano sui sistemi operativi degli smartphone. Lavoriamo con organizzazioni per i diritti umani con le quali condividiamo le informazioni che abbiamo. Stiamo lavorando con loro per aggiornare e sistemare la situazione”.
Il Financial Times spiega anche chi c’è dietro a questo spaventoso virus di WhatsApp che ha messo a rischio un miliardo e mezzo di utenti in tutto il mondo. La società responsabile sarebbe la NSO Group, un’azienda informatica israeliana. Lo spyware creato dall’azienda ha colpito sia le applicazioni Android che quelle iOS, grazie alla falla nel sistema di chiamate vocali. L’azienda ha creato il suo prodotto icona ovvero Pegasus, un programma che può accendere il microfono e la camera di uno smartphone, accedere alle mail e ai messaggi e ottenere i dati della posizione. Tuttavia NSO ha sempre sostenuto che questo sistema sia nato per essere venduto ai governi, per combattere il terrorismo e il crimine.
“La NSO non lavora contro la sua stessa tecnologia, che usano solo i servizi intelligence e le forze dell’ordine. NSO non potrebbe e non vorrebbe mai usare la sua tecnologia per colpire una persona o un organizzazione privata”.
Queste le parole di NSO, che ha tentato di difendersi dalle accuse di colpevolezza. Uno studioso dell’università di Toronto, Joh Scott-Railton ha dichiarato che però l’attacco ha in gran parte fallito.
“Sospettavamo che ci fosse qualcosa che non andava e abbiamo tenuto d’occhio la situazione, ma nella maggior parte dei casi i virus di WhatsApp non hanno infettato i telefoni. Sappiamo che le misure di sicurezza attuate dopo la scoperta dello spyware preverranno ogni tipo di attacco del genere dall’avere successo”.