Chi si ricorda dell’età d’oro di Yahoo, quella in cui il famosissimo motore di ricerca era protagonista della scena del web, con una piattaforma in cui – oltre ai tanti giochi capaci di calamitare l’attenzione degli utenti di mezzo mondo – era possibile interfacciarsi senza troppe difficoltà con le chat? Quanti di voi, dopo aver utilizzato Messenger per molto tempo, guardano con una certa nostalgia a quegli anni e non si spiegano il declino di Yahoo?
Eppure, dopo esser stata una realtà capace di rivoluzionare il modo in cui gli utenti si rapportavano al web, la società di Sunnyvale ha conosciuto un lento ed inesorabile declino. Di fronte alla crescente popolarità di Google e di altri big player, infatti, Yahoo non è più riuscita a tenere il passo, cadendo in una crisi che, ad oggi, la vede sempre più in difficoltà .
L’ultimo capitolo di questa storia di fasti e declini tecnologici è stato scritto proprio in queste ultime ore, con l’annuncio da parte dell’azienda americana di mettere all’asta un portafogli di ben 3.000 brevetti, tra cui quelli sugli algoritmi di ricerca e quelli inerenti la gestione della pubblicità sul web.
Da questa vendita, secondo The Wall Street Journal, Yahoo intenderebbe incassare oltre 1 miliardo di dollari. Yahoo avrebbe già anticipato a una serie di probabili acquirenti l’offerta all’asta dei brevetti. Inoltre avrebbe individuando in Black Stone IP – una famosa banca di investimenti attiva proprio nella vendita dei brevetti – il partner per gestire l’intera operazione.