Smartphone e tablet si sono ormai trasformati in autentici tuttofare: hanno la funzione di fotocamera, videocamera, riproduttore multimediale, lettore Mp3, notebook e, sempre più, console portatili. Merito della possibilità di utilizzarli praticamente ovunque, anche (e soprattutto) nel corso di brevi pause e attese, e della costante crescita della potenza grafica dei dispositivi basati su iOS e Android.
di Erik Pede
Che l’ascesa dei videogiochi su smartphone e tablet sia inarrestabile, è un dato di fatto. Titoli a pagamento come Monument Valley, Threes! e Modern Combat 4 oscillano tra uno e due milioni di download (con un fatturato di milioni di euro), mentre tra i giochi gratuiti spiccano i 72 milioni di download di Candy Crush Saga (con introiti giornalieri vicini al milione di euro grazie agli acquisti interni all’applicazione), i 36 milioni di Asphalt 8 e i 400.000 scaricamenti ottenuti in un solo mese da un prodotto di nicchia come Sky Force 2014.
Tra conversioni e crowdfunding
La corsa all’hardware più prestante ha semplificato i procedimenti di conversione da computer e console, rendendo sempre più comune l’apparizione sui dispositivi mobili di serie già famose su Pc, PlayStation e Xbox, con compromessi via via meno evidenti dal punto di vista grafico e audio. Ciò ha trasformato cellulari e tablet in validissime alternative ai sistemi d’intrattenimento da salotto. Altrettanto importanti, in tal senso, sono state le produzioni indipendenti più ambiziose, spesso portate a compimento con l’ausilio del crowdfunding. Il finanziamento pubblico da parte degli appassionati è passato in poco tempo da semplice curiosità per veterani del settore ad autentico fenomeno di massa, con siti come Kickstarter a guidare l’ondata della partecipazione attiva (principalmente in termini economici) dei fan alla realizzazione di interessantissimi titoli che altrimenti non avrebbero mai visto la luce, in particolare sotto iOS e Android.
La declinazione mobile dei videogiochi, in sostanza, oggi non ha più nulla da invidiare ai computer e alle console e si avvantaggia anche di un fattore niente affatto trascurabile come la portabilità . Il mercato è una giungla, a dire il vero, con centinaia di nuovi titoli in uscita ogni settimana, ma gli app store sono solitamente ben organizzati e riescono a mettere in evidenza le scelte migliori, a volte organizzate persino per categorie e preferenze degli utenti. Una grossa fetta del successo di tali dispositivi nell’ambito dei videogiochi, però, va anche alla nascita di esperienze appositamente studiate per i touchscreen e assemblate tenendo bene a mente le modalità di impiego dei dispositivi mobili, spesso associati ai ridotti lassi temporali a cui si è accennato in precedenza. I puzzle game più immediati e l’intera categoria dei cosiddetti giochi free-to-play, in cui si parte da una base gratuita per poi pagare separatamente eventuali aggiunte, hanno quindi raggiunto apici di popolarità inimmaginabili sino a qualche anno fa, catturando tra l’altro anche i più piccoli grazie alla loro semplicità .
Bambini? meglio sotto la supervisione
Sono proprio i bambini, del resto, a costituire una cospicua fetta degli utilizzatori di videogiochi su smartphone e tablet: i touchscreen offrono un’interazione più istintiva rispetto alle tastiere e ai controller e i titoli espressamente dedicati alla prima infanzia sono assai numerosi. Smartphone e tablet sono in grado di fornire intrattenimento a chiunque, indipendentemente dal livello di abilità e dall’età , anche se nel caso dei bambini spetta ai genitori selezionare i titoli più adatti e configurare i dispositivi in modo da precludere l’accesso ai giochi più cruenti (o comunque inadeguati alle età più tenere) e a limitare i sempre più invadenti acquisti in-app. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale di settembre 2014