È trascorso ormai un mese dal momento in cui Pokemon Go ha fatto il suo ingresso ufficiale sul mercato e, nonostante tutto, l’app si conferma ulteriormente come il vero e unico tormentone del mondo hi tech per l’estate 2016. Dopo essere arrivata finalmente in Brasile, dove viene utilizzata anche da atleti e spettatori delle Olimpiadi, il gioco basato sulla realtà aumentata è arrivato pure in altre 15 nazioni tra Asia e Oceania.
Tra i paesi toccati da questo lancio, ci sono per esempio le isole Fiji e la Thailandia, seppure al momento l’app non abbia ancora fatto il suo sbarco ufficiale in tre mercati molto interessanti dell’Asia, vale a dire, la Corea del Sud, la Cina e l’India. Il ritardo nel portare il gioco all’interno di questi tre paesi, secondo alcuni, potrebbe essere imputabile al rischio che l’incremento della base utenti possa mettere a dura prova i server dell’azienda.
Il CEO di Niantic, John Hanke, si è voluto soffermare sulle motivazioni che ha voluto riportare durante un’intervista a Forbes, per il mancato lancio di Pokemon go in due dei tre paesi asiatici: in Cina, il motivo sarebbe da ricercare in alcuni ostacoli legislativi, in Corea del Sud, invece, il motivo sarebbe legato alla possibilità di accedere soltanto in parte alle informazioni offerte da Google Maps (ostacolo correlato alla Corea del Nord).
Tuttavia, nel mondo non sempre Pokemon Go riesce ad ottenere via libera per essere proposta a nuovi utenti: per esempio, l’utilizzo dell’app è stato vietato in Iran, dove le autorità nazionali avrebbero deciso di non consentire l’utilizzo del gioco – in tutto il paese – per ragioni di sicurezza, senza che siano stati forniti ulteriori dettagli al riguardo.