Negli scorsi giorni vi abbiamo parlato del nuovo “tormentone” dell’estate 2016, Pokemon Go, riportandovi i dettagli del successo incredibile riscosso dall’applicazione sviluppata a partire da uno dei miti di Nintendo. In attesa del lancio ufficiale nel nostro paese – che dovrebbe avvenire il 16 luglio – gli sviluppatori sono intervenuti per porre rimedio ad un bag a livello di sicurezza presente nell’applicazione.
In effetti, una falla presente in Pokemon Go permetteva all’app di avere accesso a tutte le informazioni relative all’account Google, utilizzato sui Melafonini per prendere parte al gioco. Ora la problematica è stata risolta, per la felicità di tutti coloro i quali non potranno fare a meno di scaricare e usare il gioco che, almeno negli Stati Uniti, ha fatto segnare – secondo Sensor Tower – un utilizzo superiore a quello di FB.
La popolarità e l’incredibile diffusione conosciute dall’app, però, si stanno rilevando in alcuni casi un’arma a doppio taglio. In effetti, in alcune zone ritenute degne di maggior considerazione e rispetto da parte delle persone, sono stati già emanati alcuni divieti di uso, per evitare che i giocatori con in mano i propri smartphone vadano alla ricerca dei pokemon nei luoghi più impensabili.
Per esempio all’interno del memoriale dell’Olocausto a Washington, o ancora, nell’area del cimitero militare di Arlington, sono stati presi dei provvedimenti per evitare che gli utenti si mettano a scorazzare tra le lapidi alla ricerca dei pokemon. Anche ad Auschwitz e a Ground Zero – le cui mappe sono presenti all’interno in Pokemon Go – si è posto un freno a questo fenomeno.
(Vedi anche: Pokemon Go: la nuova app “tormentone” dell’estate)