Se l’emulazione della PlayStation 2 tramite PCSX2 ha richiesto uno sforzo di sviluppo titanico e svariati anni di studio e apprendimento, l’impresa a cui aspirano i programmatori al lavoro su RPCS3 è senza precedenti anche nell’ambito dei miracoli. Il progetto RPCS3 mira infatti a emulare la PlayStation 3, console famigerata per l’estrema complessità dell’hardware al suo interno che negli anni passati ha provocato notevoli difficoltà anche agli sviluppatori dei giochi per la piattaforma.
RPCS3 è un emulatore open source in circolazione da 9 anni, e in tutto questo tempo gli sviluppatori che lavorano a tempo pieno sul progetto (grazie a una campagna di donazioni su Patreon) hanno raggiunto risultati davvero significativi. I giochi al momento pienamente fruibili su RPCS3 si avvicinano alle 2.000 unità, e il numero è inesorabilmente destinato a salire con il progredire dello sviluppo, l’approfondimento delle conoscenze sugli arcani dei componenti della PS3 e l’arrivo di hardware informatico sempre più potente sul mercato.
Uno degli ultimi miracoli di RPCS3 riguarda la possibilità di giocare online, accedendo a quella che è una vera e propria reimplementazione open source del servizio PlayStation Network (PSN) nota come RPCN. Sfruttando RPCN (lato-server) e le ultime build disponibili di RPCS3 (client), gli appassionati possono combinare nuove sessioni di gioco con altri giocatori esattamente com’era possibile fare alcuni anni or sono sulla console PS3 originale.
RPCN e il gioco co-operativo su RPCS3 funzionano solo per i giochi che supportano le comunicazioni P2P e non necessitano di server centralizzati, avvertono gli sviluppatori, mentre i titoli supportati al momento includono Demon’s Souls, Bomberman Ultra e pochissimi altri. Nondimeno, l’emulazione del multiplayer di PSN rappresenta l’ennesimo miracolo compiuto dalla crew di RPCS3 – un progetto capace di ridefinire costantemente i limiti di quello che è possibile fare con la replica in software dell’hardware videoludico più complesso e avanzato.